Legnano, appena uscito di prigione ammazza la mamma a pugni

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  1. lele-1994
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    Arrestato per maltrattamenti esce di cella e picchia a morte l'anziana. La spiegazione: «Non c'era la pizza»

    MILANO - Nove giorni. Dalla scarcerazione all'omicidio. Salvatore Madau, 40 anni compiuti mercoledì scorso. Un passato da operaio in una ditta della zona, un presente con gravi problemi d'alcolismo, piccoli precedenti e l'accusa di maltrattamenti in famiglia ancora in attesa di giudizio dopo l'arresto avvenuto il 12 luglio. Aveva massacrato la madre, Annunziata Romeo, pensionata di 66 anni. Lo hanno arrestato martedì scorso gli agenti del commissariato di Legnano. Gli stessi che ieri, intorno alle 17.30, lo hanno fermato con l'accusa di omicidio volontario. Il suo processo, quello per il quale il giudice di Milano lo aveva liberato in attesa di giudizio (l'arresto era stato convalidato) e con il divieto di avvicinamento alla madre, non si farà più. Perché nel frattempo il figlio è tornato a casa, fregandosene dell'ordine del giudice, ha ripreso a bere e l'ha uccisa. Nove giorni dopo l'arresto.

    Piazza Raul Achilli, 7, una zona centrale di Legnano. La palazzina è popolare, un appartamento dove la vittima e il figlio vivevano insieme dopo la scomparsa del padre. Fino appunto al 12 di luglio quando una volta finito a San Vittore e poi di fronte al giudice, Salvatore Madau aveva avuto il divieto di avvicinarsi a quella palazzina. «Ho dormito da amici», ha raccontato agli uomini del vice questore Antonio D'Urso che guida il commissariato di Legnano. Ma probabilmente Madau non ha mai smesso di frequentare quella casa. Lì lo hanno visto la sera di mercoledì, e poi ancora ieri mattina, poche ore prima del delitto.

    È stato lo stesso assassino a dare l'allarme. Una chiamata al 118: «Mia mamma sta male, credo sia morta». La telefonata però viene smistata dalla centrale del nuovo numero unico 112 di Varese e in automatico i soccorritori avvisano anche la polizia. Così quando arrivano i soccorritori con loro c'è anche una volante. Madau è davanti alla porta di casa, sorpreso della presenza degli agenti. Forse ha bevuto. La madre è sul letto, immobile. Il volto segnato dai pugni. Ecchimosi su tutto il resto del corpo.

    L'uomo non sa spiegare. Agli agenti però bastano pochi secondi per ricostruire la sua storia: l'arresto nove giorni fa, la convalida del fermo e la scarcerazione, su mandato del gip Cristina Di Censo, in attesa di giudizio. Lo stesso giudice che ha poi emesso a scopo cautelare il divieto di avvicinarsi alla madre. «Non volevo ucciderla. Sono tornato mercoledì sera: avevo bevuto, volevo mangiare una pizza ma non c'era. Poi l'ho picchiata di nuovo», il racconto alla polizia. Il pm di turno Laura Pedio ordina il fermo per omicidio volontario. Secondo il medico legale la donna è morta da alcune ore: almeno dalla mattinata. Forse è stata uccisa proprio a pugni. O più probabilmente strozzata o soffocata. Lo stabilirà l'autopsia, già disposta dal magistrato. Poi i I poliziotti interrogano i vicini di casa, emergono le prime conferme alla confessione dell'uomo. Già in altre occasioni aveva picchiato la madre, sembra anche a bastonate.

    corriere della sera
     
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