Lazio Official Topic

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    Bizzarri si prepara: "Con il Milan servirà il sacrificio di tutti... Solo così possiamo sperare in un buon risultato"


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    Formello - A Milano sarà lui a difendere la porta biancoceleste. Albano Bizzarri dopo una stagione travagliata per colpa di un brutto infortunio alla spalla, ora ha la possibilità di mettersi definitivamente in mostra nella piazza di Roma e prendersi lo spazio che merita. La squalifica di Marchetti lo ha aiuta a velocizzare i tempi, Reja lo ha scelto come secondo portiere e lui vuole dimostrare il suo valore. Alla prima uscita ufficiale contro i macedoni del Rabotnicki ha commesso un errore sul gol, ma la sua prestazione non è stata da buttar via: “Se facciamo un’analisi completa è vero che ho letto male la palla del gol, però in una gara va analizzato tutto, gli interventi decisivi, le uscite, le giocate con i piedi e credo di aver fatto una buona prestazione. Va considerato che era tanto che non giocavo partite ufficiali e per un portiere non è facile. Mi sento pronto e carico per ricominciare, facendo finalmente vedere quello che valgo. Poi per un calciatore l’errore ci può stare”. Nella Lazio, dal suo arrivo, ha sempre trovato parecchia concorrenza prima Muslera e Berni, ora Marchetti e Carrizo, tuttavia i suoi rapporti con i compagni sono sempre stati ottimi: “Io penso solo ad allenarmi e a fare bene, poi fare confronti la vedo una cosa inutile. Ho buoni rapporti con gli altri portieri, non potrebbe essere altrimenti, non siamo noi che decidiamo chi va o meno in campo”. In biancoceleste la sua miglior prestazione è stato un Juventus-Lazio 1-1: “La ricordo bene quella serata, ci fu molto lavoro per me e mi comportai bene. Il campo era piccolo e la Juventus una squadra molto forte. In Italia ho fatto altre buone prestazioni come quella, qui alla Lazio devo ancora esprimermi come vorrei, ma l’ultimo anno a Catania lo ricordo con particolar soddisfazione”.

    “Un buon portiere deve dare sicurezza alla squadra” – Dall’esordio nel 1995 con il Racing Avellaneda, fino alla recente esperienza a Roma, Albano Bizzarri ha indossato molte altre maglie, ma fino a questo momento è quella del Catania ad avergli lasciato i migliori ricordi. Tra questi anche quello della partita più bella: “Sebbene sia difficile scegliere, se devo parlare della mia partita più bella devo andare con la mente a Catania. Anche in Spagna e Argentina ho bei ricordi, ma in Sicilia ho vissuto un anno meraviglioso. Posso parlare dello 0-4 a Palermo, ma anche di altre partite come quella a Siena, o quella persa a San Siro a causa di un’autorete nel finale”. Per il portiere argentino fu davvero una stagione magnifica quella di Catania, dove inanellò una serie di prestazioni che portarono la Lazio ha sceglierlo per fare da chioccia al giovane Muslera. Adesso che l’uruguayano è volato a Istanbul, a godere dei suoi preziosi consigli saranno i giovani Berardi e Mosciatti che nella preparazione hanno avuto modo di allenarsi insieme a lui e Marchetti: “Serve una sola dote: mettere sicurezza. Dopo, partendo da quella base, puoi fare quello che vuoi. C’è chi para di più o chi gesticola di più. Ognuno ha il suo stile ma la base di un buon portiere è quella di dare sicurezza. Se i compagni sono tranquilli con te penso che già hai guadagnato tantissimo. Lavoriamo su tutti gli aspetti però il più bello è cercare di essere regolare in tutte le fasi. Non serve diventare bravissimo in una e tralasciare le altre. Capire o leggere il gioco, e dare sicurezza al resto della squadra credo sia alla base del portiere, al di là delle parate straordinarie”.

    Prima il Milan, poi il Vaslui - Venerdì si va a Milano contro una squadra che dalla sua parte vanta tantissimi campioni e toccherà proprio a Bizzarri cercare di fermare le avanzate di Ibra&co. Sarà una partita molto difficile, così come è difficile scegliere chi togliere agli avversari: “Difficile dire chi toglierei al Milan. Ognuno ha il suo valore, quando uno pensa al Milan pensa a Ibra, ma qualsiasi altro loro attaccante può farti passare una serata molto agitata. Al di là degli attaccanti loro però, noi siamo messi bene in difesa e la chiave sarà attaccare tutti e difendere tutti. Se tutti ci sacrifichiamo sicuramente il risultato ci sarà”. Dopo il campionato arriverà subito l’Europa League, unica competizione (insieme alla Coppa Italia) che fino a questo momento ha visto l’estremo difensore argentino difendere i pali biancocelesti. Si partirà con i rumeni del Vaslui in un girone che è sicuramente alla portata della Lazio: “Partiamo dalla base che nessuna squadra è facile. Tutte le squadre che ci sono, vengono da un campionato in cui sono arrivate nelle parti alte della classifica, anche se magari sono un po’ sconosciute. Alla fine però credo che il girone sia abbastanza buono per noi”. Un girone che farà girare la Lazio per mezza Europa e sicuramente non sarà un problema per uno che giramondo è sempre stato: “Ho sempre girato molto ma l’Italia era nel mio destino. Sono sempre stato un po’ matto, come quando avevo la possibilità di rinnovare per quattro anni con il Real Valladolid e invece ho firmato per un anno con una squadra che arrivava dalla Serie B. Poi sono venuto in Italia. Sono pochi i giocatori di poter scegliere dove vanno e alla fine mi sono ritrovato in Sicilia senza sapere niente. Mi hanno solo detto che c’era la possibilità di giocare, e sono partito ma fino a quel momento non ci avevo mai pensato. I giocatori che come me sono abituati a girare il mondo non sanno mai dove andranno a giocare”.
     
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    Klose chiede scusa ai tedeschi e riparte di slancio verso il Milan: "Dispiace non aver fatto gol contro la Polonia"


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    Non vede l'ora di debuttare in serie A con la Lazio. Miro Klose non sta più nella pelle, ha scaldato i motori nella sfida che la sua Germania ha pareggiato 2-2 con la Polonia. "Mi è dispiaciuto per mia zia e mio zio che erano venuti apposta allo stadio a Danzicaper vedermi, vuol dire che andrà meglio la prossima volta". Miro Klose sorrideva a denti stretti in tv dopo la conclusione a mani vuote della sua attesissima rimpatriata in Polonia - riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport - . Non capita spesso ad un cannoniere del suo calibro di mangiarsi quattro gol in appena 45’. Probabilmente nella ripresa si sarebbe sbloccato, ma di più non poteva restare in campo a tre giorni dal debutto in serie A contro il Milan. Lo aveva deciso con Reja, è stata una scelta condivisa con l'allenatore goriziano.

    Il personaggio più atteso non ha potuto fare a meno di commentare la partita ai microfoni della Zdf davanti a 10 milioni di telespettatori in Germania, ma ha abbassto gli occhi, glissato sulla sua serata e preferito parlare della squadra: "Abbiamo cercato di mantenere la massima concentrazione,ma la testa non risponde sempre come si vorrebbe. Possiamo fare meglio. In difesa, come si era visto contro l’Austria, c’è qualcosa da migliorare".
    Si notava da lontano un miglio che non era soddisfatto e che non riusciva a perdonarsi errori così madornali. La prestazione di Klose, che è uscito ancora sullo 0-0, ha diviso la critica tedesca. La Bild, molto severa, gli ha dato 5, ma ha salvato soltanto il capitano Lahm. Quasi altrettanto severa la pagella del TZ (5,5): "Non è stato il giorno di Klose, ha avuto un mucchio di occasioni ma ha sbagliato a porta vuota perfino da tre metri. Però ha fatto un buon pressing". Positivo, invece, il giudizio dell’Abendzeitung che gli ha dato un 6 pieno: "Come sempre ha corso parecchio e si è mosso con grande impegno. Ha avuto molte occasioni, ma poca lucidità sotto porta".

    Klose, dunque, domani farà il suo esordio con la Lazio nella Scala del Calcio. Nonostante la grande esperienza internazionale, il tedesco ha giocato una sola volta a Milano. Era il 14 settembre 2004, all’esordio nella fase a gironi il suo Werder Brema s’inchinò all’Inter allenata da Mancini, 2-0 con doppietta di Adriano. Altri tempi. Sembra passato un secolo, eppure il centravanti nato a Opole ed emigrato nella zona di Kaiserslautern, quando aveva appena otto anni, è ancora un signor centravanti e adesso si appresta a sfidare Ibrahimovic, Cavani e Di Natale. Sta studiando l’italiano con l’aiuto di una professoressa, in campo ha capito in fretta di possedere lo stesso linguaggio calcistico di Hernanes: uno o due tocchi, non di più, s’intendono con lo sguardo e la velocità di pensiero dei grandi giocatori.
     
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  3. Andres Iniesta
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    Cana salta trasferta Milano



    Per l'esordio in campionato contro il Milan a San Siro, il tecnico della Lazio, Edy Reja, non potra' contare sul centrocampista albanese Lorik Cana. L'ex idolo dei tifosi del Marsiglia ha infatti riportato al termine dell'allenamento di ieri una ''lesione di primo grado a carico del muscolo retto femorale della coscia destra''. Lo ha annunciato il club biancoceleste sul proprio sito Internet, al termine degli esami strumentali eseguiti nella Clinica Paideia di Roma.
     
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    Hernanes sfida un Milan sfiorato in passato: "Meglio sia andata così, altrimenti mi sarei perso la Lazio"


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    Negli ultimi tempi le luci dei riflettori sono state spesso prese dal duo Klose-Cisse, un attacco atomico e di livello assoluto con il quale la Lazio dovrà rilanciarsi in ambito internazionale. Ma sebbene l’attenzione sia stata concentrato sui due attaccanti, non si è mai perso di vista che alle loro spalle agirà un Hernanes nuovo, un Hernanes che finalmente ha potuto lavorare sin dall’inizio con la squadra e che in questa stagione cercherà di essere ancora più decisivo di quanto fatto la stagione scorsa quando, con 11 reti in campionato e una in Coppa Italia, oltre a diventare il cannoniere stagionale dei biancocelesti, ha raggiunto anche Pavel Nedved nella classifica dei centrocampisti più prolifici della storia della prima squadra della Capitale. Un esordio con i fiocchi nel campionato italiano che “Il Profeta” cercherà di migliorare nel campionato ormai alle porte, che domani avrà il suo inizio alla Scala del Calcio di San Siro contro il Milan campione in carica. Sarà un incrocio particolare per il brasiliano di Recife, che proprio in rossonero, ha rischiato di finirci qualche anno fa quando con Kaka partente destinazione Madrid, il nuovo allenatore Leonardo aveva deciso di puntare proprio su Hernanes per la sua sostituzione. Non solo vice-Kaka, ma anche vice-Pirlo visto che in Sudamerica era proprio nel ruolo di regista che il brasiliano dava il meglio di se stesso, facendo girare la squadra e rompendo le azioni da gioco degli avversari. Come riporta “Il Messaggero” in un articolo a firma di Daniele Magliocchetti, la trattativa tra Milan e San Paolo arrivò a un accordo su una base di 16 milioni, ma a causa di un disaccordo sulla modalità di pagamento (i paulisti chiedevano un biennale, mentre il Milan spingeva per un quadriennale) alla fine non se ne fece nulla. Ci provò anche il Barcellona di Guardiola, ma alla fine Hernanes arrivò in Europa per approdare nella Roma biancoceleste come confermato dallo stesso giocatore qualche tempo fa: «È vero, sarei potuto arrivare in Europa molto prima, ma si vede che non erano maturi i tempi ed è stato meglio così, altrimenti mi sarei perso la Lazio. E io nella capitale sto benissimo». Nessun rimpianto quindi per il numero 8 che alla corte di Reja ha spostato il suo baricentro più avanti, alle spalle delle punte per cercare di sfruttare al meglio quella che fino a questo momento si è rivelata la sua arma migliore: il tiro in porta, sia da fermo che in movimento. Destro o sinistro non fa differenza e non appena si libera uno spazio, Anderson Hernanes non ci pensa due volte a scagliare con una potenza e una precisione disarmante, il pallone alle spalle del portiere di turno. Nelle due precedenti partite ufficiali sono già arrivati due gol e a San Siro siamo sicuri che cercherà di incrementare ulteriormente il bottino stagionale.
     
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    La Lazio scala un'altra vetta: il club biancoceleste è il 5° più ricco d'Italia. Klose e Cisse entrano nella lista dei top player


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    Milano - Per un persona normale sono cifre da capogiro, eppure c'è chi dice che gli stipendi della serie A sono diminuiti e le società stanno iniziando a mettere in pratica quello che ormai comunemente si chiama Fair Play finanziario. Nonostante questo i numeri piovono come fossero estrazioni del Lotto e non milioni che vanno e vengono. I costi del campionato italiano (1.100 mln) si attestano anche quest'anno maggiori rispetti ai ricavi (875,5 mln). L'introito più alto, chiaramente, è quello dei diritti televisivi, che però non riesce a coprire il totale del monte ingaggi di tutti i club della massima serie. In poche parole i presidenti delle squadre di A spendono tutti i soldi che entrano nelle casse delle società ogni anno (e non solo quelli!) per pagare i calciatori, che continuano ad essere i "Paperoni "di questo sport. Quest'anno si è però scoperto che i cosiddetti "Paperoni" hanno anche i loro diritti da rivendicare quindi via con lo sciopero e via con altri soldi persi.

    La Lazio è il quinto monte ingaggi della serie A - I biancocelesti questa stagione si attestano come la quinta forza nella particolare classifica dei monte ingaggi della serie A. Il totale speso dalla Lazio (calcolato al lordo) è di 50,2 milioni di euro, dietro a Milan (160 mln), Inter (145 mln), Juventus (100 mln) e Roma (76,5 mln). Dietro al club di Lotito figura quello di De Laurentiis (41,2 mln), nonostante la qualificazioni in Champions raggiunta e il mercato dall'ampio respiro percorso in estate dalla società partenopea. Il Napoli però è quello che negli ultimi due anni è cresciuto in maniera più esponenziale passando dai 15 mln ai 28, agli oltre 40 di questo campionato. Anche la Lazio, qualora avesse raggiunto la Champions, avrebbe potuto vantare una esplosione dei ricavi e quindi a cascata anche dei costi. Tra le fila dei biancocelesti i giocatori più pagati sono gli ultimi arrivati Klose e Cisse, il tedesco con 2,1 mln a stagione ed il francese con 2 mln, che però verranno arrotondati da premi e bonus. Il più significativo non appena raggiungerà quota 15 gol, allora l'ex Liverpool diventerà il giocatore più ricco dalle parti di Formello. Allargando il discorso alla serie A, il calciatore più costoso resta sempre Ibrahimovic con un ingaggio da 9 mln di euro netti all'anno. A seguire si trovano Sneijder e Buffon con 6 mln ed un gradino sotto Totti con 5,2 mln. In definitiva la Lazio è tornata ad essere una delle squadre più forti, economicamente, della serie A e questo è la controprova della rinnovata considerazione di cui sta godendo in questo momento ai vertici del calcio. I nuovi acquisti hanno portato entusiasmo tra la gente e la consapevolezza di potersela giocare alla pari con tutti, ma hanno spezzato un'altra lancia in favore di quell'assioma non molto caro a Lotito del "Più spendi, più vinci".
     
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    Lazio, Reja: "Una squadra che fosse più competitiva"


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    L'allenatore della Lazio Edy Reja ha parlato oggi in conferenza stampa. Ecco quanto riportato da lalaziosiamonoi.it: "Ho lavorato insieme alla società per cercare di costruire una squadra che fosse più competitiva rispetto allo scorso anno. Abbiamo preso dei giocatori che riteniamo adatti, poi sarà il rettangolo verde a dirci la verità. Il primo sarà un impegno particolarmente difficile, contro la squadra più titolata, l'inizio è in salita, ma rimaniamo fiduciosi".

    L'impegno è probante su questo non c'è dubbio, ma quella di quest'anno sarà una Lazio diversa, che tenterà di giocarsi le sue carte con tutti, sempre comunque: "Il fatto di essere spregiudicati delle volte dipende da chi hai contro e dalle occasioni che ti vengono concesse. Lo scorso anno a Milano siamo stati titubanti, avevamo tante assenze e ci siamo un po' consegnati. Domani dovremmo cambiare mentalità, fare la nostra partita e cercare di sfruttare al massimo le occasioni che ci lascerà il Milan. Loro partiranno forte, ma noi abbiamo quattro giocatori temibili in fase offensiva e possiamo impensierire chiunque".

    "È chiaro che ci sono state parecchie critiche, l'allenatore della Lazio è sempre sotto i riflettori. Fa parte del gioco, la responsabilità che abbiamo, questo è il nostro lavoro. Quando si vince o non si gioca bene siamo i primi colpevoli. Devo essere sincero così non si lavora benissimo e c'è un po' di rammarico, ma mi auguro che il campo mi possa dare ragione". Tuttavia Reja si affida ai suoi uomini migliori in particolare Klose e Cisse, che di partite così ne hanno giocate diverse. L'esperienza può essere fondamentale: "Sono due giocatori di spessore, rispetto alla scorso anno abbiamo cambiato volto, quando giochi con squadre così ci vogliono determinate caratteristiche. Con loro hai qualcosa in più dal punto di vista dell'esperienza, si sanno mettere nelle condizioni di dare una mano a tutti gli altri componenti della rosa. Entrambi sono particolarmente motivati, non vedevano l'ora che cominciasse questo campionato. Sono sicuro che con loro la Lazio farà la sua figura a Milano. Mi auguro anche che si possa fare risultato".

    "Anche il Milan ha una età media molto alta ma loro hanno vinto il campionato. Indipendentemente dall'età ci vogliono valori e occorre essere integri dal punto di vista fisico, noi abbiamo entrambe le cose. In più ci sono partite in cui l'esperienza gioca un ruolo fondamentale anche perché sai quando devi accelerare e quando magari devi rallentare".

    Il grande cambiamento rispetto allo scorso anno sembra quello di immaginare una Lazio votata principalmente all'attacco: "Le caratteristiche sono queste considerando gli arrivi di Klose e Cisse ci vorrà un po' di sacrificio da parte di Mauri ed Hernanes. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio, comunque sono tutti giocatori proiettati maggiormente alla fase offensiva. Una squadra che ha forte personalità come la Lazio, penso che possa giocare anche così e lascia ben sperare. Ovviamente in queste battute iniziali del campionato nessuna squadra sarà al massimo dal punto di vista fisico, ma troveremo anche la migliore condizione. Ora nessun giudizio è definitivo, ma ai nastri di partenza tutti partono allo stesso punto. Forse Milan ed Inter a parte, che hanno già dimostrato molto, gli altri se la giocheranno alla pari".
     
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    Ballardini, smacco alla Lazio: "Mercato fatto per sopravvivere"


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    "La Lazio in questo mercato ha preso giocatori importanti ma vecchi. E' una maniera per sopravvivere bene, nulla di più. Giocatori di esperienza, ma non c'è un'idea dirigenziale forte", sono le parole di Davide Ballardini ai microfoni di Radio Manà Manà Sport, durante la trasmissione 'C'è calcio per te'. L'allenatore di Ravenna, rimanendo in casa Lazio e, ricordando la sua esperienza biancoceleste, non le manda a dire: "La gestione del caso Pandev? Il mio errore è stato fatto in partenza, perché ho condiviso una linea tecnico-societaria. C'erano accordi ben precisi sulla sostituzione del giocatore ma non sono stati mantenuti i patti. Questo sbaglio me lo sono portato dietro e ho pagato. Tempo fa si disse che fossi l'uomo giusto al momento sbagliato. Quando c'ero io non si fece mercato, avevamo una rosa inadeguata e in più c'erano i problemi grandi di Pandev e Ledesma. A gennaio si fece il mercato con 5-6 giocatori, poi la Lazio uscì dall'Europa League e con una rosa più ampia riuscì a salvarsi in campionato, ma i problemi erano a monte".

    Ballardini si esprime poi su un altro caso che ha scosso l'ambiente Lazio: "Zarate ultimamente dava il peggio di se, un pò per colpa dell'ambiente, un pò per colpa della società un pò per colpa della squadra. Doveva cambiare aria per il bene suo e della Lazio. Ha grandi qualità tecniche, se le mette a servizio dei compagni diventerà un giocatore che poche squadre avranno. Deve essere più continuo e più serio, dentro e fuori il campo. Zarate per rendere deve riconoscere sopra di sé un leader positivo ma se non ci sono intorno a lui guide chiare difficilmente rende, come è successo ultimamente alla Lazio. All'Inter ci sono leader chiari e veri, lì renderà al meglio".

    Non solo Lazio però, perché anche la Roma ha vissuto un'estate difficile. "Totti è un giocatore straordinario, integro e la Roma è Totti ma non me la sento di giudicare il caso. Sicuramente non possono fare a meno di un giocatore importante come lui. Gli spagnoli - continua Ballardini - dicono che il modello Barcellona sia poco esportabile ed hanno ragione. Luis Enrique sta lavorando ma sembra avere grandi difficoltà tecniche e ambientali. Bisogna lasciar tranquilli tutti, allenatore, ambiente e giocatori".

    L'ex tecnico di Cagliari, Lazio e Genoa chiude con una panoramica sul calcio italiano: "Il nostro movimento si è fermato, la prova è che i nostri allenatori quando hanno una richiesta all'estero vanno via. I tornei tedeschi, spagnoli e inglesi sono più affascinanti. In Italia, hanno molta influenza i media e i presidenti-manager mentre noi allenatori non abbiamo la forza necessaria per incidere tecnicamente sul movimento calcio".
     
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    Zàrate torna a parlare della Lazio: "Reja non mi ha voluto, certe cose le tengo per me..."


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    "Quando ho incontrato Moratti mi tremavano le gambe": rivelazione firmata Mauro Matias Zàrate. Il nuovo attaccante dell'Inter, ai microfoni di Mediaset, ha espresso tutta la sua felicità per il passaggio dalla Lazio ai nerazzurri: "Mi sto ambientando bene, i connazionali per me sono fondamentali. Quando sei in un grande club, poi, è tutto più semplice. Voglio fare bene qui e dimostrare il mio valore per arrivare in alto nella mia carriera. Reja? Ha detto che non avrei avuto spazio sin dal primo giorno di ritiro, abbiamo parlato, ma il resto lo tengo per me".
     
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    Nato per essere protagonista, Hernanes è pronto: la Lazio vuole vedere brillare la sua stella


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    Nato per stupire, nato per essere protagonista. E’ questo il destino di Anderson Hernanes De Carvalho Andrade Lima, a tutti noto come Hernanes. Se a San Paolo, terra di talenti purissimi, vieni chiamato “O Profeta” qualcosa vorrà pur dire. In effetti vuole dire che Hernanes è un calciatore, un centrocampista come ce ne sono pochi. Classe cristallina, visione di gioco, tiro fulmineo e scusate se è poco. Riparte da una stagione con alti e bassi, 11 gol in campionato e 6 assist. Davanti a simili numeri, qualcuno potrebbe chiedersi perché si parli di bassi. Perché il talento di Recife veniva da un campionato brasiliano e da una Libertadores giocati da protagonista (tanto per cambiare..) e catapultato a Roma nella seconda metà di agosto, non ha avuto neanche un giorno per riposare e tirare il fiato. Subito in campo, subito Lazio. Va da sé che la condizione fisica, durante tutto l’arco della stagione, non potesse essere sempre al top. Quest’anno è stato tutto diverso. Un mese di vacanza in Brasile e poi tutta la preparazione con la Lazio, facile immaginare che da stasera si potrà ammirare un Hernanes diverso, più tonico, più reattivo. Come riporta la Gazzetta dello Sport, Reja punta su di lui. Con l’addio di Zarate, lui con Klose e Cisse forma un trio dalle potenzialità non ancora ben definite. Potrebbero essere devastanti, se lo augurano tutti, Reja in primis. Il sogno, poi, è sempre quello: la Selecao. Mano Menezes, l’ha fatto fuori. Dopo le prime convocazioni (e quella maledetta espulsione contro la Francia), Hernanes non ha più vestito il verdeoro. La Lazio è la sua vetrina, San Siro può diventare cassa di risonanza di dimensioni inimmaginabili, in caso di grande prestazione. La Lazio cerca una guida, cerca chi sappia prenderla per mano e condurla verso successi e vittorie. E chi potrebbe farlo meglio di un Profeta?
     
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    Lazio, Klose: "Non vedo l'ora di iniziare"


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    I tifosi della Lazio sono pronti ad esultare per i suoi gol all'Olimpico di Roma, ma nel frattempo la sua prima uscita con la maglia biancoceleste sarà in quel di San Siro: parliamo di Miroslav Klose (33), nuovo bomber polacco-tedesco dei capitolini. L'attaccante, ex del Bayern Monaco, ha confidato in patria le sue impressioni sulla stagione ormai alle porte: "Finalmente inizia il campionato, voglio giocare tutto l'anno, senza infortuni. L'Italia è come l'immaginavo, molto bella, mi sento integrato con lo stile di vita italiano, ad esempio con i pasti: qui si mangia molto più tardi che da noi! La vita è molto rilassata qui, voglio imparare tanto da questa nuova avventura".
     
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    Cissè conquista la Lazio: "Felice per il gol... Voglio segnare tanto per la mia squadra e per riconquistare la nazionale..."


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    È stato il protagonista assoluto in coppia con il suo nuovo compagno d’attacco Miroslav Klose. Djibril Cissè: muscoli, tecnica e carattere al servizio della nuova Lazio. Se ne è accorta la sua gente e se ne è accorto il Milan scudettato, che pronti via si è ritrovato a rincorrere i due fendenti biancocelesti. Miro e Djibril le punte di diamante scelte da Edy Reja che scalpitavano per aprire le danze in questo campionato. I primi gol della nuova serie A sono proprio i loro. 21 minuti per presentarsi da campioni. Klose ha dispensato saggezza e giocate, Cissè velocità e potenza a tutto l’attacco biancoceleste. È la loro serata è il loro biglietto da visita ed hanno voglia di festeggiare l’ottimo inizio. Caratteri diversi, ma stessa stoffa, quella da numeri uno. Il tedesco dispensa sorrisi e pacche sulle spalle, ma si rinchiude in un silenzio d'autentico teutonico. Cissè invece sprizza gioia da tutti i pori e si ferma a parlare con tutti. Lui il suo esordio a San siro l’aveva immaginato proprio così. “Sono contento per aver seganto – ha spiegato Djibril – siamo entrati in campo per giocare senza paura contro i campioni d’Italia. Potevamo vincere, ma anche perdere. Fare gol qui è una bella sensazione”. Lo spiega in fracense, la sua lingua, la sua patria, della quale spera di tornare a vestire la maglia nazionale: “Credo ancora nella convocazione e l’unico modo per mettere pressione al CT è fare tanti gol”. Sogni e aspettative di fine estate ed inizio campionato, come quelli legati alla sua nuova carriera nella Lazio: “Diventare campocannoniere ? No il mio obiettivo è fare più gol possibili per la Lazio. Ci tengo a far bene per la mia nuova squadra”. Idee chiare e pensieri concreti, che non mostrano sbavature, nemmeno quando si parla di moduli e ruoli: “Nella zona d’attacco posso giocare da qualsiasi parte non ho problemi”. Sorride Cissè e non si ferma quando da lontano qualche tifoso lo chiama per stringergli la mano e firmare autografi. Il numero 99 biancoceleste è già entrato nei cuori della gente. Corre, segna e dispensa sorrisi il leone nero. Si candita a diventare un leader indiscusso in campo e fuori. Ora tutti lo sanno e Reja gongola.
     
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    Buona la prima per Reja: "Non potevo chiedere di più, un risultato che dà consapevolezza". Poi sbotta sul modulo: "Non rompete, la squadra è costruita per giocare spregiudicata"


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    MILANO – Una Lazio a due facce quella vista in questo esordio di campionato. Primi 25 minuti da sogno per la squadra di Edy Reja che con l’uno-due firmato Klose e Cisse, era riuscita a portarsi sopra di due reti, sfiorando anche la terza segnatura che probabilmente avrebbe chiuso la partita, prima con Hernanes e poi ancora con il panzer tedesco. Sul doppio svantaggio però si è svegliato il Milan che già nel primo tempo è riuscito a portarsi in parità accelerando il ritmo e sfruttando al meglio le amnesie della difesa biancoceleste soprattutto sulle corsie esterne. Per correre ai ripari il tecnico goriziano nella seconda frazione ha deciso di cambiare modulo raddoppiando gli uomini sulle fasce e passando di conseguenza al 4-4-2. Una mossa che non ha impedito al Milan di arrivare più volte a sfiorare la rete della definitiva rimonta, impedita però da un ottimo Bizzarri, decisivo in almeno 3 occasioni, e anche da un po’ di sfortuna come nella circostanza del palo colpito da Cassano. Il fortino eretto da Reja, che è poi passato a un ancora più coperto 4-4-1-1, ha retto fino alla fine e tra mille difficoltà, è riuscito a strappare un punto preziosissimo per come si erano messe le cose. Raggiunto così il terzo pareggio consecutivo contro il Milan di Allegri con il quale c’è stato un simpatico siparietto al momento della loro “sostituzione” in conferenza stampa visto che alla provocazione sorridente del tecnico livornese “ma possibile che io è te pareggiamo sempre?”, è arrivata la risposta altrettanto sorridente del goriziano che dopo una pacca sulla spalla gli ha sussurrato qualcosa nell’orecchio.

    GRANDE AVVIO, POI L’INEVITABILE CALO FISICO – La Lazio riesce quindi a partire con il piede giusto, uscendo imbattuta, ancora una volta, da una sfida proibitiva come quella contro il Milan al Mezza: «Non potevo chiedere di più da questa prima partita. Nella prima mezzora ho visto quello che avevo chiesto ai ragazzi, ossia di non aspettare e di far vedere le capacità che abbiamo. Siamo andati sul 2 a 0 e abbiamo avuto l’occasione di triplicare creando nel complesso 5/6 palle gol. Una volta sul 2 pari poi abbiamo avuto un’altra occasionissima con Cisse e Nesta ci ha dovuto mettere una pezza. Nel secondo tempo poi c’è stato un po’ di affaticamento, e con il fiato che comincia a mancare inevitabilmente abbiamo concesso campo al Milan». C’è qualche rimpianto per gli errori difensivi che sono stati alla base della rimonta rossonera, errori che però non devono cancellare quanto di buono è stato fatto vedere da questa Lazio nella prima parte di gara: «C’è stato qualche errore sui gol e sicuramente avremmo potuto metterci una pezza, ma sono cose che possono starci. Zauri mi ha anche detto che sul gol di Cassano c’è stata una trattenuta ma sarebbe comunque servita più attenzione. Se andiamo sul 3 a 0 voglio vedere come va la situazione, poi è naturale che segnando il 2 a 1 il Milan abbia trovato coraggio, ma abbiamo comunque dimostrato buona personalità. Abbiamo concesso troppo nelle zone laterali che non siamo riusciti ad arginare ma abbiamo bisogno di crescere, ma considerando che si è trattato del primo impegno di alto livello, devo dire che siamo andati bene. Anche il Milan non era al massimo, adesso inizieremo a giocare ogni tre giorni ed è lì che vedremo di che pasta siamo fatti. È presto per dire dove possiamo arrivare, ma fare risultato qui dà la consapevolezza di poter recitare un ruolo importante in questo campionato».

    RISPETTO ALL’ANNO SCORSO PIU' QUALITA’ E PERSONALITA’ – Una Lazio che si è dimostrata lontana parente di quella che l’anno scorso fece la parte della comparsa qui a San Siro, e il motivo principale sta nel lavoro fatto dalla società sul mercato: «Rispetto alla passata stagione abbiamo più qualità e personalità, e senza quest’ultima non esci da questi stadi con un buon risultato. Abbiamo sofferto terribilmente, sacrificandoci in maniera eccellente e devo fare i complimenti a Brocchi e Ledesma, due baluardi ai quali viene spesso rubata la scena dai nomi altisonanti e che a mio giudizio sono stati straordinari oggi». Grande merito va ovviamente anche ai quei due tipi là davanti che nel giro di pochi minuti avevano fatto sperare la Lazio nell’impresa: «Da Klose e Cisse mi aspetto un rendimento ancora più alto. So che possono dare ancora di più, soprattutto in fase di non possesso palla. Klose ha giocato anche in Nazionale e non si è allenato. È chiaro che un po’ di affaticamento c’è, ma per noi è importantissimo, crea gli spazi, mandando dentro gli altri giocatori». Reja ha toccato anche l’argomento sostituzioni, motivate esclusivamente dalla condizione atletica ancora non ottimale: «Hernanes non ce la faceva più dopo essersi sacrificato molto bene, Mauri la stessa cosa. Avrei voluto inserire Matuzalem a metà campo prima, perché poteva dare palleggio, ma avendo già fatto due sostituzioni e con alcuni giocatori sulle gambe, ho preferito aspettare». In chiusura non è mancata frecciata polemica a chi gli ha chiesto se continuare con questo modulo spettacolare non sia troppo rischioso: «Ma quando sarete contenti? Io mi sto rompendo un po’ le scatole per queste critiche. Siamo in crescita, è la prima partita e si può sicuramente migliorare. Ma poi secondo voi, uno come me, viene a giocare a Milano con questo modulo per poi abbandonarlo? La squadra è stata costruita in questa maniera, e con un potenziale così il gol prima o poi arriverà. Ci sarà del sacrificio, è ovvio, ma la squadra deve accettare».
     
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    Mauri, assist d'oro ed ambizione: "Contro il Milan senza paura, il pareggio ci sta...Champions? Speriamo di centrarla"


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    Vengano signore e signori c’è in scena la Lazio, cambiano gli attori (ma forse neanche più di tanto) ma la sceneggiatura rimane la stessa. In una linea mediana quasi invariata, se non fosse per il Leone Cisse a ruggire sulla fascia sinistra, torna a farla da protagonista lui Stefano Mauri. Dinamicità, senso della posizione, geometrie logiche ed assist d’oro; di platino anzi, perché valgono un sofferto e sudato punto nella casa del Diavolo meneghino. Con un Hernanes ancora un po’ in ombra proprio in un esordio così bollente, ecco che è il brianzolo ad essere il vero ago della bilancia del cast mandato sul palco da Reja alla Scala del calcio; i suoi inserimenti tra le linee rossonere mixate a scelte di tempo perfette nell’imbeccare Klose e Cisse, non fanno che mettere sotto i riflettori quanto il numero sei biancoceleste sia stato la chiave di volta della partita, quantomeno nel primo tempo, quando quei due assist pennellati nel giro di 21 minuti hanno permesso al ‘Panzer’ e alla ‘Bestia’ – come ama definirlo Reja – di apporre il doppio sigillo sul big match di San Siro. Due stoccate da lasciare senza fiato anche i più scettici, ma c’è poco da stupirsi della fame di gol di due attaccanti purosangue: “Non li scopriamo oggi questi grandissimi giocatori, hanno sempre fatto gol e continueranno a farli. Si stanno integrando bene, fra qualche tempo saranno al top. Sono due grandi giocatori", chiosa l’assist-man del match. Ormai sembra una legge matematica, quando gira Mauri gira anche la Lazio; peccato però che non appena il brianzolo entri in riserva tutta la squadra finisca la benzina, cominci a rallentare e a perdere lucidità. Ed ecco che il Milan pur sempre campione d’Italia riesca prima del the caldo di fine primo tempo a pareggiare i conti. Reja poi è costretto a sostituirlo al 78’, le gambe non ce la fanno ma di più il tecnico friulano da lui non poteva pretendere: ha legiferato nella zona mediana del campo, ha messo muscoli e geometrie al servizio della nuova Lazio, ha ispirato i due cecchini biancocelesti al 12’ con un’invenzione in diagonale sui piedi Klose e al 21’ con un assist pennellato per la cornata di Cisse. Un secondo tempo sicuramente troppo sofferto per i biancocelesti, ma le potenzialità il cinismo e la concretezza che hanno strabiliato nei primi venticinque minuti di vera Lazio sembrano essere la via da seguire per puntare in alto: “C’è la consapevolezza che questa squadra sa anche soffrire, ma abbiamo giocato alla pari del Milan. Ci hanno messi in difficoltà, ma siamo stati bravi a difenderci e a ripartire”, ha spiegato Mauri ai microfoni di Sky al termine della gara. Qualche rimpianto forse rimane, un pizzico di spregiudicatezza in più per chiudere i conti finalmente dopo 22 anni di sconfitte sarebbe forse bastata; guardare il bicchiere mezzo pieno, questo è il consiglio del brianzolo: “Sul vantaggio avremmo potuto puntare più sul contropiede, siamo venuti qui per giocare una partita a viso aperto e l’abbiamo fatto, ma un pareggio va bene anche se dopo il 2-0 siamo arretrati troppo, dobbiamo acquisire una mentalità nuova. Non dobbiamo pensare che le partite siano finite con un doppio vantaggio", ha aggiunto poi a Mediaset Premium. Ma non c’è troppo da disperare, anche se le aspettative su questa Lazio erano alte, un pareggio nell’inferno rossonero c’è da tenerselo stretto. Mauri lo sa bene, la stagione sarà lunga e travagliata di insidie, il campionato poi è appena iniziato; è consapevole delle potenzialità della sua Lazio, già stasera il teatro del calcio ha offerto il suo spettacolo e Reja soddisfatto non ha esitato ad affermare: “Buona la prima”, ma con la determinazione e la personalità giusta per affrontare il bis e il tris fino a quando non calerà il sipario e il campionato regalerà fischi o applausi: “Speriamo di centrare la Champions quest’anno, siamo migliorati ma dobbiamo essere bravi. Per centrare questo obiettivo servirà l’apporto di tutti”. Punta in altro Mauri, ma in fondo con l’ambizione si può andare lontano.
     
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    Lazio, per Carrizo probabile ritorno in Argentina


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    Ieri l'estremo difensore della Lazio, Juan Pablo Carrizo, si è accomodato in panca per fare spazio al connazionale Albano Bizzarri, ex portiere del Catania che ha sciorinato una prestazione di altissimo livello nell'anticipo di serie A contro il Milan. Carrizo è stanco di essere trattato come la terza scelta (il titolare sarà Federico Marchetti, arrivato dal Cagliari e assente ieri perché doveva scontare un turno di squalifica). A gennaio dirigenza e diretto interessato cercheranno di trovare la soluzione più adeguata nella speranza di trovare acquirenti in Argentina. Carrizo, infatti, gradirebbe il ritorno in patria nonostante l'Ajax continui con le sue avances.
     
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    Per Cana niente Milan, ma tanta voglia di Lazio: "Mi dispiace non esserci stato, ma presto dimostrerò tutto il mio valore!"


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    E' stato uno dei grandi assenti nella serata di gala a San Siro. Lorik Cana, alle prese con uno stiramento alla coscia, ne avrà per due settimane. Una tegola per Reja, il goriziano che per l' Europa League medita un ragionato turnover, contava sul mediano albanese per il match contro il Vaslui. Niente da fare, però. L'ex capitano dell'Olympique Marsiglia, si sottoporrà alle cure del caso. Salterà sicuramente le sfida contro Vaslui, Genoa e Cesena. Qualche speranza c'è di vederlo almeno in panchina a Palermo, altrimenti appuntamento rimandato al giovedì sucessivo quando la Lazio se la vedrà contro lo Sportin a Lisbona. Cana ci teneva a scendere in campo a Milano. "Mi dispiace non esserci, sarebbe stata una bella occasione per debuttare in campionato", si rammarica ai microfoni del quotidiano albanese "Zeri". Ma il centrocampista guarda vanti, non è tipo che si abbate facilmente. "La gamba si è gonfiata e dopo gli esami lo staff medico, mi ha ordinato di riposare. Adesso inzierò la riabilitazione. Spero di tornare presto". Su di lui sono piovute subito critiche, non ha icantato in precampionato, ma le attenuanti ci sono. L'ambientamento ad un nuovo tipo di calcio, una stazza fisica imponente che non gli permette di entrare in forma immediatamente sono alibi valide. "Sono convinto che una volta superato l'infortunio ci saranno molti minuti da giocare e che le occasioni per dimostrare il mio valore non mancheranno". E' entusiasta della sua nuova avventura. Il mondo Lazio deve ancora imparare a conoscerlo, ma Cana ha tutte le intenzioni di far cambiare idea ai critici e elogia il gruppo biancoceleste. "La squadra mi ha accolto benissimo. Igli Tare è stato importante nel mio trasferimento e lo è nel mio ambientamento in Italia. Non ho problemi con nessuno, anzi. La squadra è forte e dimostrerà il suo valore. Io spero di fare lo stesso".
     
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